L’Agenda 2030 colloca il lavoro dignitoso per tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici e il mandato dell’OIL in materia di giustizia sociale al centro delle politiche per lo sviluppo e per una crescita sostenibile e inclusiva.
Dopo la crisi finanziaria del 2008, diversi paesi hanno ritrovato, e in alcuni casi mantenuto, un percorso di crescita. Troppo spesso tuttavia si è trattato di una crescita senza creazione di lavoro. Le economie sono ora in una situazione migliore, ma non per questo i cittadini hanno maggiori opportunità di trovare un lavoro dignitoso. Si tratta di una situazione insostenibile.
Entro il 2030 sarà necessario creare oltre 600 milioni di nuovi posti di lavoro solamente per tenere il passo con la crescita della popolazione in età lavorativa. Questa cifra equivale a circa 40 milioni di nuovi posti di lavoro ogni anno.
“È essenziale non sottovalutare le sfide future per il mondo del lavoro”, ha detto Guy Ryder, Sottosegretario Generale dell’ONU e direttore generale dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro dal 2012 al 2022, aggiungendo che “i prossimi 15 anni vedranno notevoli trasformazioni nelle modalità in cui svolgiamo il nostro lavoro, in ragione dei cambiamenti tecnologici, ambientali e demografici”.
È inoltre necessario migliorare le condizioni di 780 milioni di donne e uomini che, pur lavorando, non guadagnano abbastanza per permettere a loro stessi e alle rispettive famiglie di uscire da una situazione di povertà, in cui guadagnano l’equivalente di due dollari al giorno.
Ponendo la creazione di posti di lavoro al cuore delle politiche economiche e dei progetti di sviluppo, non assisteremo solo a un incremento delle opportunità di lavoro dignitoso, ma anche a una crescita più solida, inclusiva e in grado di ridurre la povertà.
Tra i paesi in via di sviluppo e quelli emergenti, quelli che hanno maggiormente investito in lavoro di qualità a partire dall’inizio del secolo sono cresciuti di quasi un punto percentuale in più ogni anno a partire dal 2007 e hanno inoltre dovuto far fronte a minori disuguaglianze del reddito.
Una crescita economica incentrata sulla creazione di lavoro crea un circolo virtuoso che, oltre a risultare positivo per l’economia e per le persone, promuove lo sviluppo sostenibile.