Il 38 per cento delle imprese familiari italiane programma una combinazione di investimenti nel digitale e nel green insieme alla formazione manageriale. È uno dei dati più importanti del Report “Il Capitale umano 2022”, realizzato da COTEC – Fondazione per l’innovazione, con il contributo del Centro Studi Tagliacarne di Unioncamere, diffuso in Italia il 6 febbraio 2023.
Le aziende hanno smesso di essere redditive solo se dispongono di beni materiali come impianti, attrezzature o suoli. Ci sono elementi immateriali decisivi: la ricerca e lo sviluppo da cui possono scaturire brevetti, le certificazioni di prodotto o di processo (alcune indispensabili quando si investe in tecnologie 4.0), le collaborazioni con soggetti esterni, l’investimento in formazione professionale e manageriale.
I risultati dello studio COTEC uscito il 6 febbraio 2023 “mostrano che, a parità di condizioni legate alle caratteristiche strutturali dell’impresa (età, dimensione, localizzazione geografica e governance aziendale), gli asset intangibili influenzano positivamente la produttività, la redditività aziendale e la resilienza delle imprese. In particolare, le imprese che investono nel capitale umano hanno un livello di produttività (misurata come valore medio del valore aggiunto per dipendente 2017-19) superiore del 12% rispetto a quelle che non investono in questo asset (…)
Il Capitale umano funge (…) da fattore abilitante degli altri intangible assets, attivandoli, integrandoli e potenziandone gli effetti in termini di resilienza e produttività.
La centralità del capitale umano è ancora maggiore nell’ottica di Industria 5.0, il nuovo approccio della Commissione UE, complementare al 4.0, che segna la necessità di trasformare l’industria da portatrice di valore per gli azionisti, a realtà sostenibile, incentrata sull’uomo e resiliente.
(…) I miglioramenti di efficienza aziendale prodotti dagli investimenti nella digitalizzazione sono stati riscontrati solo nel 13% delle imprese che hanno investito nelle tecnologie 4.0 ma non nella formazione, contro un ben più ampio 54% delle imprese che hanno investito sia in tecnologie 4.0 sia in formazione.
(…) Puntare alla valorizzazione del capitale umano, attraverso l’istruzione e l’apprendimento continuo, è indispensabile per il conseguimento del benessere individuale e per la coesione sociale. Il futuro, in linea con la citata filosofia di industria 5.0, comporterà la definizione di un mondo lavorativo che esalti il capitale umano e crei una prosperità ampiamente condivisa, anche nel rispetto dell’ambiente che ci circonda”.Un’altra strada per non perdere le tante opportunità e avere subito in squadra competenze su digitalizzazione, economia circolare, gestione finanziaria, internazionalizzazione, gestione del capitale umano, reti d’impresa, supply chain e logistica, è puntare sul Temporary Management.
Anche imprese molto piccole possono decidere di avere manager part time o consigli di amministrazione virtuali. Quando una piccolissima, piccola o media impresa pensa di avere un potenziale di crescita ma non se la sente di assumere subito una o più risorse a tempo pieno, un manager temporaneo può essere la soluzione migliore.
“Ci siamo organizzati per garantire una consulenza a 360 gradi alle imprese”, dice Pierluigi Marseglia, amministratore delegato di ADTM, sottolineando che “in particolare ci siamo specializzati nel temporary management, nella gestione diretta dei fondi europei, nella direzione tecnica di cantiere, nella progettazione per conto delle aziende, nella consulenza sulla finanza agevolata”.
“Le competenze aggregate nei diversi team di lavoro – aggiunge Arduino Valerio Tribuzio, direttore generale di ADTM – ci hanno caratterizzato nelle attività di coaching e business planning per aspiranti imprenditori, di accompagnamento nella prima fase di sviluppo di attività e progetti, nella consulenza per l’individuazione di opportunità di investimento che diversifichino le attività d’impresa o per nuove opportunità di business, nella consulenza specializzata in finanza agevolata, e nella consulenza per il credito d’imposta ricerca e sviluppo”.
Tutti “campi di gioco” decisivi, negli scenari attuali e futuri, per coloro che stanno pensando di cambiare il modo di produrre e di offrire servizi e per chi sta organizzandosi per accedere alle risorse europee del Next Generation EU e del Quadro finanziario pluriennale 2021-2027, in tutto 1.824,3 miliardi di euro: il più ingente pacchetto di misure di stimolo mai finanziato dall’Unione Europea.